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        Tuttavia, matematici importanti dell'epoca, come Tullio Levi-Civita, un assoluto esperto
        in Italia nel campo della relatività e in qualche misura anche Vito Volterra, si accorgono
        della sua brillante competenza ed entrano in contatto con lui. I soggiorni all'estero co-
        stituiscono quindi un'occasione preziosa per misurarsi con figure a livello internazionale.
        Tornato a Roma, Fermi scrive una breve memoria dal titolo Sulla probabilità degli stati
        quantici, che può essere considerata il suo primo contributo importante alla meccanica
        quantistica.


        1924

           In questo periodo Fermi pubblica una teoria semiclassica della radiazione di frena-
        mento (Uber die Theorie des Stosses zwischen Atomen und elektrisch geladenen Teilchen
        [Sulla teoria degli urti tra atomi e particelle cariche]) che ha qualche successo qualitativo,
        anche se bisognerà aspettare molti anni per vederne il perfezionamento ad opera di von
        Weizsacker e Williams (da cui il metodo prenderà il nome). Il metodo, nella versione di
        Fermi, viene criticato da Bohr che sottolinea le discrepanze con i risultati sperimentali
        relativi alla distribuzione degli elettroni emessi negli urti.
           Il lavoro Sopra la teoria di Stern della costante assoluta dell 'entropia di un gas perfet-
        to monoatomico, pubblicato l'anno precedente, presenta un certo interesse storico perché
        è la prima indicazione delle riflessioni di Fermi su questi argomenti, in particolare sulla
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        suddivisione dello spazio delle fasi in celle di volume h . Ma è soltanto con il lavoro Con-
        siderazioni sulla quantizzazione dei sistemi che contengono degli elementi identici che
        Fermi arriva a porsi il problema della ricerca di un "principio mancante" per spiegare
        il comportamento di particelle identiche che obbediscono alle condizioni della meccanica
        quantistica di Bohr-Sommerfeld e in particolare per spiegare l'annullarsi dell'entropia
        allo zero assoluto. Per avere un'idea del modo di ragionare di Fermi con particelle iden-
        tiche nell'ambito della quantizzazione semiclassica, si può pensare al modello dell'atomo
        di elio in cui i due elettroni sono in opposizione agli estremi del diametro di un'orbita
        circolare e ruotano con uguale velocità; se le particelle fossero distingui bili il periodo
        del sistema corrisponderebbe a una rotazione completa di entrambi gli elettroni, mentre
        dopo mezzo periodo il sistema ritorna esattamente nello stesso stato grazie all'identità
        dei due elettroni. Perciò nel calcolo dell'azione quantizzata secondo Bohr e Sommerfeld
        la periodicità che conta è quella dello stato e non quella del sistema. Almeno due anni
        prima di scrivere il suo famoso lavoro sulla statistica del gas ideale Fermi anticipa senza
        saperlo il principio di Pauli, anche se per molecole generiche, quando, nel sommario con-
        clusivo alle Considerazioni sulla quantizzazione dei sistemi che contengono degli elementi
        identici scrive: "[L'insuccesso delle regole di Sommerfeld per il calcolo del valore assolu-
        to dell'entropia di un gas è evitato quantizzando il moto di molecole identiche] solo nel
        caso che in ogni cella sia contenuta una sola molecola, mentre se il gas è una miscela di
        due specie di molecole e lo si quantizza racchiudendo le molecole in celle, per modo che
        in ciascuna cella siano contenute due molecole, però di specie diversa, si ottiene ancora
        il risultato esatto". Non appena il "principio di esclusione" verrà enunciato da Pauli
        (gennaio 1925) egli ne comprenderà immediatamente le ragioni profonde che giustificano
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